CED 4
La logistica in Economia Aziendale

La logistica in Economia Aziendale

La logistica in Economia Aziendale 

Autore: Carmine Bianchi

Editore: GIUFFRE’ – Anno 1985
Indice

Parte prima

ALCUNE PROBLEMATICHE INTRODUTTIVE
ALLO STUDIO DELLA LOGISTICA AZIENDALE
CAPITOLO PRIMO
IL SISTEMA LOGISTICO D’IMPRESA:
NOTE INTRODUTTIVE
1.1. Considerazioni preliminari 3
1.2. L’approccio sistemico nella formulazione dei meccanismi di
programmazione e controllo d’impresa 4
1.2.1. La considerazione delle problematiche logistiche
quale idoneo “supporto” ai meccanismi di
programmazione e controllo gestionale: cenni e rinvio 11
1.3. La logistica d’impresa: considerazioni generali 16
1.3.1. Premessa 16
1.3.2. La distribuzione fisica e il livello di servizio:
concetti introduttivi 18
1.3.3. Le aree “produzione” e “marketing” in rapporto alle
problematiche, di distribuzione fisica 24
1.3.4. L’area “finanza” e le relative implicazioni con le
problematiche di distribuzione fisica 26
1.3.5. La gestione dei materiali: concetti introduttivi 29
1.3.6. Il sistema logistico d’impresa: tre differenti
ottiche di di studio 32
1.4. La formulazione delle scelte logistiche nel breve e nel
lungo periodo: delimitazione logica della trattazione 42
1.5. Cenni sul concetto di “supporto logistico integrato” 48
1.6. La complessita’ dei compiti logistici e il dinamismo delle
relative “performances”, quali variabili fondamentali
riguardo al problema considerato. Gli strumenti operativi
di intervento sul sistema logistico (cenni) 54
CAPITOLO SECONDO
I RIFLESSI DELLE PROBLEMATICHE LOGISTICHE
SULLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
2.1. Concetti introduttivi 59
2.2. La progettazione della struttura organizzativa e la sua
necessaria coerenza con gli obiettivi aziendali: tre
differenti angolazioni di studio 61
2.3. I modelli di studio dei rapporti “ambiente-strategia-
struttura”, quale idoneo presupposto per una efficace
progettazione organizzativa 65
2.3.1. Premessa 65
2.3.2. Analisi dei modelli 68
2.3.3. In particolare sui modelli del tipo “Dinamismo e
diversita’ dei sottoambienti – Complessita’ dei
compiti – Integrazione-differenziazione delle
variabili organizzative: il modello di
Lawrence-Lorsch (cenni) 71
2.4. I modelli organizzativi per la gestione del sistema
logistico 74
2.4.1. Premessa 74
2.4.2. Tre distinti punti di vista per lo studio del
problema 75
2.4.3. Gli strumenti di integrazione per la gestione del
sistema logistico e i fattori che ne determinano
l’adozione 78
2.4.4. Gli organi composti con funzioni di integrazione per
la gestione del sistema logistico: loro collocazione
nella struttura organizzativa e relativi meccanismi
di coordinamento 86
2.4.5. Gli organi composti con funzioni di integrazione per
la gestione del sistema logistico (segue): le
particolari problematiche connesse alla loro
collocazione in una struttura organizzativa di tipo
“divisionale” 101
2.4.6. Gli organi composti con funzioni di integrazione per
la gestione del sistema logistico (segue): un
modello organizzativo per la collocazione della
funzione logistica in una struttura “a matrice” 108
2.4.7. Un modello organizzativo per la realizzazione del
cosiddetto “supporto logistico integrato” (cenni) 111
2.5. Una visione “dinamica” del processo di interiorizzazione
nella struttura organizzativa aziendale delle funzioni di
gestione integrata del sistema logistico 112
Parte seconda
LA GESTIONE INTEGRATA DEL SISTEMA LOGISTICO
NELLE PRINCIPALI CORRELATIVE PROBLEMATICHE
DI CONVENIENZA ECONOMICA
CAPITOLO TERZO
GLI “ELEMENTI” DEL SISTEMA LOGISTICO
E LE POLITICHE DI GESTIONE DEI MATERIALI
3.1. Premessa 119
3.2. Il “layout” dello stabilimento produttivo: aspetti e
problemi di rilevanza logistica 123
3.2.1. Considerazioni preliminari 123
3.2.2. Le tre principali tipologie di “layout” dello
stabilimento 126
3.3. Le scorte nel sistema logistico 130
3.3.1. Considerazioni preliminari 130
3.3.2. Le funzioni assolte dalle scorte nel sistema
logistico 131
3.3.3. Un approccio teorico alla valutazione del rischio di
gestione delle scorte per le unita’ operanti nel
canale logistico 135
3.3.4. I costi di gestione delle scorte 137
3.3.5. I metodi “a reintegro” per la gestione e il controllo
delle scorte 142
3.3.6. Il modello “E.O.Q.” e il dimensionamento del lotto
economico 145
3.3.7. Cenni sull’influenza dell’incertezza sulla gestione
delle scorte: il dimensionamento della scorta di
sicurezza 151
3.3.8. Il “Material Requirements Planning”, quale tecnica
moderna per la gestione dei materiali 154
3.3.9. La programmazione e tempificazione della
produzione: aspetti e problemi relativi alla
gestione delle scorte “di processo” 157
3.3.10. Il grado di integrazione del ciclo produttivo e il
livello delle scorte “di processo”: in particolare
sul cosiddetto sistema “just-in-time” 162
3.3.11. Il bilanciamento del magazzino: in particolare sulla
gestione del “write-off” 170
3.3.12. La curva “ABC”, quale strumento essenziale di
gestione logistica dei magazzini 173
3.4. Le funzioni di stoccaggio e movimentazione dei materiali 178
3.5. I trasporti nel sistema logistico 180
CAPITOLO QUARTO
I PRINCIPALI PROBLEMI
DI CONVENIENZA ECONOMICA
NELL’AMBITO DELLA GESTIONE INTEGRATA
DEL SISTEMA LOGISTICO
4.1. Considerazioni preliminari 186
4.2. Talune imperfezioni relative ai meccanismi di retroazione
che regolano il sistema logistico: cenni 188
4.3. La convenienza economica nella localizzazione di un
magazzino periferico e del relativo numero “ottimale” lungo
la rete logistico-distributiva: un primo approccio di
analisi 191
4.3.1. Considerazioni preliminari 191
4.3.2. La convenienza economica nella localizzazione
di un magazzino periferico e la determinazione delle
relative aree di mercato, nella ipotesi di
stabilita’ del volume annuo di materiali movimentati 193
4.3.3. La convenienza economica nella localizzazione di un
magazzino periferico, in funzione, del volume annuo
di materiali movimentati 201
4.3.4. Il diagramma di redditivita’, quale strumento di
ausilio per le scelte di convenienza economica nella
localizzazione di un magazzino periferico 204
4.3.5. La relazione causale tra la numerosita’ dei magazzini
periferici e i costi totali d trasporto 209
4.3.6. La relazione causale tra la numerosita’ dei magazzini
periferici e i costi di gestione delle scorte 210
4.3.7. La determinazione del numero di magazzini che
minimizzi i costi totali di gestione delle scorte e
di trasporto 216
4.4. La determinazione del piu’ opportuno livello di servizio al
cliente 217
4.4.1. Il concetto di “livello di servizio” 217
4.4.2. Il livello di servizio nel sistema logistico:
un’analisi introduttiva 219
4.4.3. Un approccio teorico alla definizione del livello di
servizio “ottimale”, per date disponibilita’ di
risorse 222
4.4.4. I fattori di maggiore influenza nella determinazione
del livello di servizio 225
4.4.5. L’analisi “ABC” quale strumento di ausilio per la
determinazione del livello di servizio: la politica
selettiva delle giacenze 227
4.4.6. La “sollecitazione delle consegne”, quale strumento
tattico per la gestione integrata del sistema
logistico e per la politica di servizio al cliente 233
4.4.7. Il trasferimento “intermagazzino” di articoli a
“bassa movimentazione” 239
4.5. Altre scelte richiedenti la gestione integrata del
sistema logistico 241
4.5.1. La attribuzione agli stabilimenti degli articoli
“a bassa movimentazione” 241
4.5.2. Le operazioni flessibili standardizzate (“Standard
flexible operations”) 243
5.5.3. Le scelte di “rinvio” e “speculazione” 244
4.5.4. Le scelte di standardizzazione e consolidamento. Il
concetto di “Reverse Logistics” 246
CAPITOLO QUINTO
LE RELAZIONI “VERTICALI”
TRA LE UNITA’ OPERANTI NELL’AMBITO
DEL CANALE LOGISTICO
COME SCELTE STRATEGICHE
DI DERIVAZIONE LOGISTICA
5.1. Considerazioni preliminari 249
5.2. Il canale logistico e le unita’ in esso operanti:
aspetti e problemi di rilevanza strategica. Il concetto di
“efficienza del canale” 251
5.3. La “frontiera” integrazione verticale-decentramento nella
formulazione delle strategie aziendali 253
5.4. Le strategie d approvvigionamento e le relazioni tra le
unita’ operanti “a monte”, nel canale logistico 255
5.4.1. Le strategie e politiche aziendali di
approvvigionamento: un modello generale di analisi 255
5.4.2. Le possibili relazioni “verticali” istituibili fra le
unita’ operanti nelle fasi produttive del canale
logistico 258
5.5. Le relazioni “verticali” tra le unita’ operanti “a valle”,
nel canale logistico 262
5.6. Strategie di integrazione verticale, laterale, conglomerale
relativa strutturazione dei compiti logistici 266
Parte terza
AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO
DEL SISTEMA LOGISTICO
CAPITOLO SESTO
IL SISTEMA INFORMATIVO PER LA GESTIONE
DELLE ATTIVITA’ LOGISTICHE
E L’ANALISI DEI COSTI LOGISTICI
6.1. Premessa 273
6.2. Il sistema informativo per la gestione delle attivita’
logistiche 274
6.2.1. Il sistema informativo per la logistica, quale
elemento del sistema informativo generale d’impresa 274
6.2.2. Cenni sulle variabili maggiormente influenti sulla
progettazione di un sistema informativo per la
logistica 276
6.2.3. Le fonti di acquisizione dei dati per il sistema
informativo logistico (cenni) 277
6.2.4. La selezione e la elaborazione dei dati nel sistema
informativo logistico 278
6.2.5. La comunicazione delle informazioni alle unita’
organizzative per la formulazione delle scelte
logistiche 280
6.3. La determinazione, analisi e controllo dei costi logistici 283
6.3.1. Considerazioni preliminari: i costi logistici e la
contabilita’ analitica d’esercizio 283
6.3.2. La determinazione dei costi logistici: due
principali metodologie 286
6.3.3. La costituzione di opportuni indici di costo
per l’analisi delle attivita’ logistiche: cenni 294
CAPITOLO SETTIMO
METODOLOGIE E TECNICHE OPERATIVE
DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO GESTIONALE
DEL SISTEMA LOGISTICO (CENNI)
7.1. Considerazioni preliminari 297
7.2. La programmazione del sistema logistico: tre
differenti orizzonti temporali 298
7.3. La programmazione “tattica” del sistema logistico:
il “budget” 301
7.3.1. Il budget “orizzontale”, quale strumento di
programmazione del sistema logistico 302